COMUNANZA DEL FUTURO

L’Amministrazione Comunale di Comunanza e il Sindaco Alvaro Cesaroni hanno manifestato l’intenzione di riqualificare le costruzioni edilizie, ad uso sia civile abitativo che commerciale, costruite lungo Piazza 4 Novembre e sovrastanti l’alveo del fiume Aso.

A questo scopo è stata chiesta la collaborazione della nostra azienda, Pellegrini Giardini, vista la nostra esperienza nel settore della progettazione, realizzazione e recupero di grandi opere urbane come di siti industriali abbiamo affrontato con interesse la problematica in oggetto.

Il sito.

Le costruzioni presenti nell’area oggetto di studio, probabilmente edificate tra la fine degli anni sessanta e gli anni novanta, rappresentano il classico esempio di edilizia approssimativa, destrutturata, priva una una qualsivoglia cifra stilistica. Al limite del fatiscente in alcuni casi. Pareti non intonacate, parti in calcestruzzo evidentemente degradate dal tempo e dagli agenti atmosferici, volumi aggiunti probabilmente con scarsa considerazione delle più basilari regole di buona edilizia e un discutibile intervento di cementificazione (con tanto di terrazzo circolare) sul palazzo sede dell’Amministrazione Comunale fanno da contraltare alle dirimpettaie mura antiche del centro storico, poste sull’altra sponda dell’Aso, vero fiore all’occhiello della cittadina. Quest’ultime sono state perlopiù ben ristrutturate e altri interessanti progetti di recupero sono in avanzato stato di realizzazione.

Progetto-prima-e-dopo-giardino-comunanza-pellegrini-giardini.jpg

I principi del progetto.
Le fonti di ispirazione sono, fra le altre, “L’UE progetta le città verdi del futuro” e nello specifico il progetto LIFE LUGO+BIODINAMICO (Lugo, Spagna), il progetto di recupero TOUR E TAXIS (Bruxelles, Belgio), THE HIGH LINE NYC (New York, USA) e CONDOMINIO 25 VERDE (Torino, Italia).

LIFE LUGO+BIODINAMICO
LIFE LUGO+BIODINAMICO


TOUR E TAXIS


THE HIGH LINE NYC


CONDOMINIO 25 VERDE

I concetti di base del progetto COMUNANZA DEL FUTURO sono:

  • utilizzo di materiali biodinamici
  • utilizzo estensivo di giardini verticali
  • layout moderno, strutturato e immediatamente riconoscibile dell’area
  • oggetto dell’intervento
  •  benefici per gli abitanti degli immobili (recupero delle strutture,
  • miglioramento termico, assorbimento della Co2, abbattimento delle polveri
    sottili)
  • recupero funzionale delle sponde del fiume
  • attrattiva turistica unica nel suo genere

Il progetto.
Gli edifici verranno trattati in quattro maniere differenti:

  1. una parte verranno rivestiti con dei pannelli di legno (possibilmente di provenienza locale),
  2. una parte verranno completamente coperti da ampie porzioni di giardino verticale,
  3. alcuni semplicemente re-intonacati e pitturati con un colore che sarà uniforme per tutta l’area oggetto dell’intervento,
  4. quelli realizzati con mattoni “a faccia vista” di accettabile fattura invece verranno solamene ripuliti, fatto salvo per gli infissi che dovranno essere sostituiti in tutti gli edifici con altri di unica fattura e colore.

Dalla parte del ponte del borgo storico, il progetto prevede l’installazione di una scala in acciaio che possa permettere ai cittadini e ai turisti di accedere al lungo fiume. Qui, oltre alle ringhiere di sicurezza, verrà realizzata una
camminata fra i fiori”, inspirata alla The High Line NYC, che si collegherà al belvedere -anch’esso realizzato in acciaio- a sbalzo sul fiume che il progetto vuole realizzato in corrispondenza del parcheggio fra Piazza IV Novembre e Via Trento.

IL GIARDINO VERTICALE


Alla società moderna Il binomio architetturanatura piace molto più di quello architettura – cementificazione. Questo è un dato di fatto. Nuove strutture come il Bosco Verticale di Boeri e quelle ad esso ispirate sono già icone nel mondo di questa nuova tendenza. Ma queste son strutture di nuova costruzione, appositamente progettate. Come fare per trattare strutture già esistenti realizzando qualcosa di simile?

La risposta a questa domanda l’ha data già qualche decennio fa un biologo francese, Patrick Blanc. Nato a Parigi nel 1953 è universalmente considerato l’inventore della parete verde moderna; eppure, Blanc è prima di tutto uno scienziato, un ricercatore e uno sperimentatore della natura. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca in Scienze Naturali nel 1979, Blanc ha iniziato a lavorare come ricercatore specializzato in piante tropicali,partecipando a numerose spedizioni scientifiche.

Proprio dall’osservazione ravvicinata di aree incontaminate, dalle foreste pluviali tropicali e dagli ambienti di alta quota, Patrick ha tratto l’ispirazione per i suoi famosi “Mur Vegétal”. Ha infatti notato che in prossimità di grotte e cascate la vegetazione cresceva spontanea e rigogliosissima, anche in quasi totale assenza di substrato. Bastavano umidità, Co2, e un po’ di luce. La facciata verde del museo Quai Branly, nel 2005, è stato il lavoro che ha portato Blanc alla fama internazionale.

Progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, il museo comprende una serie straordinaria di impianti verdi tra cui le pareti vegetali progettate da Blanc sulla grande facciata esterna del museo. Su una superficie di 800 metri quadrati, Patrick ha sfruttato la flessibilità intrinseca del sistema “Mur Vegétal” per adattarsi all’architettura “come un piede in una scarpa”. Il muro vivente ospita circa 150.000 piante di 150 specie diverse – per lo più provenienti da Europa, Nord America, Cina, Giappone, Cile e Sud Africa – per raggiungere un elevato livello di biodiversità. Blanc ha evitato di utilizzare piante tropicali che sono inadatte per una facciata esposta a nord nel clima di Parigi, che però ha impiantato in una serie di muri vegetali all’interno, negli uffici del museo.
Quindi il giardino verticale si può fare sia all’esterno che all’interno? La risposta è si!  La parete verde del Caixaforum di Madrid realizza nel 2008 è probabilmente uno dei progetti più noti di Patrick Blanc. Formato da circa
15.000 piante di 250 specie, il giardino verticale di 600 metri quadrati è stato concepito per portare sollievo nel clima caldo estivo di Madrid. Pertanto, le piante sono state selezionate accuratamente per adattarsi alle particolari condizioni climatiche della città, situata 670 metri sopra il livello del mare, ovvero molto caldo in estate e particolarmente rigido d’inverno.

Un progetto particolarmente significativo è l’installazione per trasformare la facciata anonima di un edificio della periferia di Parigi “in uno spazio verde fiammeggiante” . L’Oasis d’Aboukir (il nome dell’opera deriva dalla via Rue d’Aboukir in cui è installata) è la dimostrazione che la natura può migliorare notevolmente la qualità dello spazio urbano. Questo progetto illustra Perfettamente come tecnicamente si possa realizzare su una griglia geometrica preliminare uno schema preciso, dove ogni pianta scelta è accuratamente posizionata nella sua area dedicata, per ottenere un effetto di dinamismo e movimento grazie alla disposizione in diagonale.

Si sta discutendo molto su come le foreste urbane e il verde in generale potranno concorrere ad avere città più fresche e salubri nei prossimi decenni. A causa dei cambiamenti climatici le temperature nelle città aumenteranno, causando vere e proprie ondate di calore. I giardini verticali sono perfetti per i viali e le strade più strette, perché in questo caso è possibile abbassare notevolmente le temperature con riduzioni dai 2° agli 8°C. In linea di principio il Verde Verticale porta vantaggi sia sotto il profilo ambientale che sotto quello climatico. Si contribuisce alla costituzione di un microclima che genera umidità, che filtra le polveri sottili (le famigerate PM10), attenua notevolmente l’inquinamento acustico, depura l’aria sottraendo CO2 dall’atmosfera ed emettendo O2, protegge dall’irraggiamento solare attraverso l’ombreggiatura fogliare abbattendo in maniera notevole il consumo energetico estivo dovuto alle pompe di calore degli impianti di climatizzazione, ripara dal vento e, parzialmente, dal freddo invernale. Dal punto di vista faunistico, il Verde Verticale tutela la biodiversità attraverso la creazione di habitat biologici.
Le numerosissime specie vegetali distribuite lungo le facciate, infatti, costituiscono un vero e proprio ecosistema in grado di attrarre volatili e insetti «diventando un sensore urbano della ricolonizzazione vegetale e animale
spontanea della città»

Video progetto⇓